La Via di Annibale Skymarathon: Olivetti e Pippo vincono la 42 km, Negro, Peraudo e Malan nella 33 km
Il 3 settembre 2022, si è corsa La Via di Annibale Skymarathon, quella ormai normalmente definita come terribile e magnifica.
In questa edizione il 70% degli atleti non erano mai venuti in questi luoghi ed hanno potuto constatare che in questa maratona si fa sul serio.
La partenza è fissata per le ore 6,00 del mattino nel buio e freddo antecedente l’alba. Gli atleti sono stati forniti di notizie tecniche nel breafing tenutosi la sera precedente presso l’Hotel Grand’Usseglio dalla guida alpina responsabile del percorso, seguito da un rinfresco a base di torcetti, amari e genepy. Per il giorno della gara, nelle varie previsioni meteo nazionali, è prevista pioggia ma, nel corso della riunione, la guida alpina la esclude, previsione che si rivelerà esatta.
Dall’arco di partenza i corridori si avviano verso il buio totale del bosco ed il sentiero è segnato solo con alcuni bastoncini luminosi fluorescenti posti nei punti strategici.
Una prima caratteristica è che a Margone si passa davanti alla pizzeria Il Caminetto in un passaggio molto stretto in cui può passare una sola persona, mentre sulla piazza il pubblico applaude e suona i campanacci. E’ ancora notte ma già un gruppetto di atleti è in fuga, ora inizia una salita che dai 1460 m salirà ai 3073 del Colle Sulè e proseguirà per i 3305 m di Punta Costan.
La salita arriva sino al Rifugio Cibrario, qui il primo ristoro e cancello orario prima di proseguire sulla pietraia che la scorsa edizione era occupata da un nevaio. L’arrivo al Colle Sulè è stato importante perchè, con l’apertura della nuvolaglia, si è potuto vedere il grande panorama che si spinge oltre la Costan verso la Francia.
Il tempo è perturbato e nella notte ha piovuto, vuol dire che ci sarà neve sulla Costan ma lo spettacolo che possono vedere i guerrieri al Sulè è grande, sciabolate di luce sulle grandi rocce, cielo azzurro e grigio e perlaceo, zone d’ombra intensa e ghiacciai e la poca neve caduta nella notte, i laghetti coperti da un velo di vapore e nubi che salgono dalla bassa valle. Bisognerà correre laggiù, in quei 3000 m di sogno, mistero e pace incontro a Punta Costan, buia ed in ombra. Ogni atleta, guardando tanta meraviglia, gioisce nel suo cuore e riprende la corsa verso quella Punta lontana. La salita non è difficile e la spruzzata di neve non crea problemi, poi, in vetta ogni atleta si ferma, guarda quei ghiacciai così vicini. Le nubi ora basse ora alte nascondono la veduta più lontana ma ogni atleta non può che fermarsi e contemplare così tanta bellezza.
La salita alla Costan si è corsa camminando, su un velo di neve. La fermata in vetta è d’obbligo per le foto che ciascun atleta vuol portarsi con sè a ricordo e riprova della agognata conquista. La lunga discesa diventa progressivamente un muro in salita a mano a mano che ci si avvicina al Rifugio Tazzetti, altro importante punto di ristoro e breve sosta, qui non si corre più, il poco fiato rimasto serve solo per salire.
Sopra di loro il Rocciamelone 3538 metri imbiancato.
Da lassù la vista spazia per tutta la valle ed oltre al lago di Malciaussia si vede anche il Lago Nero, da dove inizia la lunga discesa verso le Praterie della torbiera del Falin.
L’arrivo si avvicina, c’è aria di traguardo nell’aria. Poi, improvvisamente, il Verticalino della Madonna, un vertical quasi fuori programma che, a quella distanza dall’arrivo, è a dir poco inopportuno. A 38 km dalla partenza davanti agli atleti si erge quella parete mista di erba e bosco che porta alla statua della Madonna, collocata dai reduci di Margone della prima guerra mondiale. E’ un verticalino con un dislivello di 90 m con una pendenza del 40%. Lassù gli accoglienti abitanti di Margone rincuorano i guerrieri con barbera, mocetta di camoscio e genepy. Tanto ormai si è vicini al traguardo …
Infine Usseglio, all’arrivo una banda del battaglione del metro (di ragazzini), corrono incontro agli atleti suonando fischietti e campanacci e li accompagnano al traguardo, ridendo. I bambini, al traguardo si divertono ed assordano tutti con il suono dei rudun (campanacci) e la canzone della bagna cauda accompagna la fine di questa maratona, così terribile e magnifica.
La 42 km è stata vinta da Olivetti Simone di Cantoira, portacolori dell’Atletica Monterosa con il tempo di 5:35:50, seguito da Castagneri Stefano di Ala di Stura (To) e Canessa Alberto di Genova. Per le donne Pippo Valentina di Genova in 7:49:50, seguita da Spadafora Federica di Caselle (To) e Colombo Silvia di Busto Garolfo (Mi).
Per la 33 km vincitori a parimerito Negro Andrea di Val della Torre (To) e Peraudo Alex di Usseglio (To) con il tempo di 4:28:12, seguiti da Bertoli Mattia di Balmuccia (Vc). Per le donne Malan Giovanna di Luserna San Giovanni (To) in 6:38:26, seguita da Geron Chiara di Torino e Zinfolino Federica di Borgaro Torinese (To).
Un caloroso ringraziamento a tutti gli sponsor e sostenitori, a tutti i volontari, agli hotel, alberghi e ristoranti, rifugi alpini Tazzetti e Cibrario, sezioni Cai Chieri e Leinì, al Corpo del Soccorso Alpino, alpini di Chieri ed Usseglio, CRI, alla Proloco, al Comune ed alla comunità di Usseglio.
Di Simone Merlino – Organizzazione